incesto
Loretta e Franchino
di giov60
17.10.2019 |
30.171 |
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"Palpeggiamenti, strusciamenti, allusioni: fino a poco tempo fa per me era un linguaggio che non capivo..."
Ogni sabato pomeriggio, dopo la solita partita con gli amici a calcetto, tornando a casa trovo già pronto il bagno per una doccia ristoratrice. Mamma come sempre prepara tutto il necessario ed io, stanco per l’impegno sportivo, non vedo l’ora di buttarmi sotto il caldo getto d’acqua per ristorarmi. Come quasi tutti i sabato, dopo di me fa la doccia anche mamma e questo è al centro dei miei pensieri di sedicenne in piena tempesta ormonale. Ormai da quasi sei mesi mi sono accorto di guardare mamma con un interesse diverso: ne apprezzo la fisicità di matura signora quarantenne che non disprezza di curare il suo corpo e che, soprattutto, cura il suo modo di vestire sempre elegante e malizioso. Questo ultimo particolare l’ho appunto apprezzato solo da pochi mesi, segno che in me qualcosa sta cambiando. Infatti guardo con curiosità non solo lei ma anche le molte sue amiche che girano per casa durante la settimana e, in particolar modo, il sabato e la domenica quando, una volta al mese circa, diverse persone partecipano alle serate organizzate a casa mia. La mia attenzione si è rivolta anche verso la mia sorellina di due anni più giovane, ma essendo ancora minuta e quasi piatta sia davanti che dietro, la considero solo una presenza a volte inopportuna, specialmente quando, come appunto al sabato pomeriggio, mi vorrei godere in santa pace lo spettacolo di mamma che, dopo la doccia, passa diversi minuti in camera alle prese con creme diverse che usa spalmarsi per tutto il corpo lasciando, non sapevo che lo facesse volutamente, ampi spiragli alla porta della camera da letto, spiragli che senza difficoltà mi permettono di gioire della situazione che nel giro di pochi secondi mi portano in camera mia a soddisfare le mie pulsioni. Il bello di queste mie continue manipolazioni è che nel giro di pochi mesi il mio uccello è diventato molto più grande tanto che con molta difficoltà le mie mutande riescono a contenerlo quando si gonfia.
Come io considero mia sorella una presenza inopportuna anche lei considera me come un moccioso di ragazzo pronto solo a importunarla. Lei guarda solo papà con occhi dolci e, come io spio mamma, lei ha solo occhi per lui. Ma siccome le ragazze cominciano a pensare prima dei ragazzi, anche se non ha che quattordici anni, già prima di me ha iniziato a spiare papà e a cercare coccole solo dal nostro genitore; di più, cova come un risentimento nei confronti di mamma che la portano spesso a litigare con lei per delle cose di poco conto che sembra lo faccia apposta.
Ma proprio lei mi ha aperto gli occhi facendomi capire il perché del suo risentimento verso mamma: la gelosia nei suoi confronti è frutto delle attenzioni che papà, giustamente ed opportunamente, dedica a mamma e che spesso sono attenzioni di carattere sessuale a cui la mamma, però, era ben lungi dal sottrarsi e dal non gradire. Palpeggiamenti, strusciamenti, allusioni: fino a poco tempo fa per me era un linguaggio che non capivo. Ora invece si si stanno sempre più palesando come chiari segni di desiderio sessuale, come in effetti sono, gli stessi che ho iniziato anche io a provare nei confronti della matura ma sempre piacente genitrice. Cosi più passano i giorni più mi rendo conto delle situazioni e dei movimenti che accadono tra i miei genitori e che mi portano ad essere eccitato al contrario di mia sorella che invece è gelosa di queste attenzioni che papà riserva a mamma e che sono del tutto legittime anche se forse troppo esplicite nei confronti di noi figli.
Loretta mia sorella è sempre più nervosa e gelosa della cosa e sempre più cerca l’interessamento di papà: lo abbraccia continuamente, è la prima a salutarlo quando rientra a casa e la sera trova sempre il modo di accoccolarsi vicino a lui. Io non notavo nulla di strano nelle reazioni di mio padre per queste continue effusioni da parte di mia sorella, reazioni che però ci sono e che, quasi con orgoglio, lei mi confida un sabato sera in cui i nostri genitori sono fuori casa.
Proprio per permettere loro di prepararsi io e Loretta facciamo la doccia solo dopo che erano usciti: papà in giacca e cravatta era proprio ben messo e anche mamma era molto elegante e anche provocante con tacco alto e gonna molto corta e vaporosa che metteva in risalto le sue belle gambe e schiena praticamente nuda dalle spalle fino a quasi l’inizio del bacino.
Esco dalla doccia con l’uccello in tiro certo che dopo cena avrò tutto il tempo di masturbarmi pensando alle splendide cosce di mamma e alla sua schiena nuda fin quasi al sedere. Consumiamo la cena insieme entrambi in accappatoio per poi andare in salotto davanti alla tv.
Mentre scorro con il telecomando i canali sullo schermo non posso non notare che Loretta, seduta accanto a me, ha le gambe quasi totalmente scoperte e accavallate come ad atteggiarsi ad una seduttrice.
Ma una cosa sono le gambe di mamma, lunghe, piene, sode e carnose, altro le sue gambette molto magre anche se parimenti lunghe.
“A papà piace molto guardarmi le gambe!....”
“Ma se sei una ragazzina!!! Come vuoi che papà ti guardi….come una ragazzina!!”
“Lo dici tu!! Io sono già una bella ragazza!! E papà è molto felice quando lo abbraccio!!”
“Ma fammi il piacere!!! Papà sta sempre dietro mamma!! La carezza, l’abbraccia, la stringe sempre con molto affetto! A te a malapena ti abbraccia distratto!”
“Papà quando io lo abbraccio ha la stessa reazione che hai avuto tu poco fa nel salutare mamma!”
“Ma cosa dici….che reazione avrei avuto io nel salutare mamma?! L’ho semplicemente salutata con un bacetto sulle guance….”
“E con il pisello in tiro!!....Era cosi evidente!”
“Ma che linguaggio usi sorellina: guarda che lo dico a mamma quando torna!”
“Diglielo pure….ma sempre l’uccello in tiro avevi!”
“Ma che ne sai tu di uccello e di tiro!! Sei una bambina!!”
“Lo so perché anche papà ha l’uccello in tiro quando l’abbraccio!”
La mia faccia parla per me! Cosi Loretta mi racconta che lei già da un paio di mesi si è accorta che le coccole che scambiava con papà gli facevano indurire il cazzo potendo lei apprezzare la cosa quando gli si strusciava addosso. Papà ha il cazzo duro come quando a letto gioca con mamma, visto che lei li ha beccati più di una volta!
Hai capito la santarellina!!! Io per atteggiarmi un po’ le dico che stava raccontando frottole che si stava facendo dei castelli per aria, ma lei quasi a sfidarmi mi dice che se avessi resistito a non addormentarmi mi avrebbe dato la prova che non diceva bugie.
“Non ti piacerebbe vedere mamma tutta nuda mentre fa l’amore con papà?”
Il mio evidente imbarazzo risponde per me a tal punto che Loretta quasi sogghignando mi apre l’accappatoio da dove salto fuori il mio eccitato fratellino.
“Vedo che ti piacerebbe!” mi disse stringendomi il cazzo tutto duro, non senza una certa dose di imbarazzo.
“Sai è la prima volta che lo prendo in mano nudo e duro! E’ caldo e liscio e, devo dirti, anche piuttosto grande. Sembra quasi quello di papà!”
Avverto, per la prima volta anche io, forte e intenso il piacere che si prova ad essere accarezzato da una altra persona.
Anche mia sorella, passato il primo attimo di naturale imbarazzo, si sta godendo la cosa e ha uno sguardo quasi estasiato non riuscendo a distogliere gli occhi dal mio randello di dura carne.
La mia mano avvolge la sua e inizia un lento movimento di andirivieni che lei capisce essere cosa buona e giusta!!
Con l’altra mano Loretta scioglie la cintura del suo accappatoio e lo sfila venendone fuori tutta nuda, candida, con le sue lunghe gambe magre, il suo seno appena accennato e il suo buffo boschetto di peli biondicci sul pube. E’ la prima volta che la vedo nuda e la cosa mi piace molto!! Poi, molla a malincuore la presa e si posiziona a cavalcioni su di me: mi spiega che fa lo stesso con papà, come lui stesso una sera le ha insegnato e che è cosi che ha apprezzato per la prima volte la consistenza del cazzo sulla pancia e sul basso ventre. E non una sola volta!! Per lei ora è la prima volta che sta a cavalluccio nuda, con nostro padre la cosa è sempre avvenuta con addosso i vestiti anche se solo con il pigiama. Passiamo lunghi minuti così un po’ perché è molto piacevole un po' perché, a dire il vero, non abbiamo chiara la visione di come andare avanti. O meglio lei lo sa, per aver spiato, ma vuole che anche io sia consapevole della cosa.
Così posizionati, quasi in un abbraccio peccaminoso, ci scambiamo anche le nostre esperienze.
Mi confida che a volte papà entra di notte nella sua cameretta come per controllare se lei stesse dormendo e che spesso rimane lì a guardarla specie se era un po’ scoperta e con poco addosso. Una notte, non vista, lei era sveglia e aveva visto papà che accanto a lei si toccava mentre la guardava. Aveva cosi deciso che non avrebbe più indossato i pantaloni del pigiama mentre aveva cambiato il suo guardaroba di intimo passando, con il consiglio di mamma, da quello tipico di una ragazzina da poco adolescente a quello più consono di una ragazza alla moda e un po’ spregiudicata.
D’altronde, mi fa notare proprio lei, anche mamma da qualche tempo ha iniziato a girare per casa vestita di indumenti molto più maliziosi e ricercati, non ultimi gli slip che sono diventati sempre più minuscoli mettendo in mostra il suo splendido culo, invidia di Loretta e mio inconfessato centro di eccitazione.
Dovrei anche io, a suo parere, essere un po’ più espansivo con la mamma che, lei ne è sicura, apprezzerebbe molto la cosa. E dovrei anche io cambiare il miei modi di stare per casa indossando indumenti più comodi e dormendo anche io poco vestito.
Nel dire queste cose si toglie da sopra di me come a volermi guardare meglio e si posiziona quasi all’altezza dei miei piedi fissandomi con occhi lucidi come mai le ho visto.
“Non so…. La tua corporatura mette in evidenza il tuo pisello come se lui fosse già cresciuto prima di tutto il resto… oppure forse hai un grande pisello!!”
L’apprezzamento mi riempie di orgoglio e non voglio essere da meno: mi alzo da divano e invito Loretta a prendere il mio posto.
Lei si stende con fare malizioso e lascia una gamba penzolare dalla seduta cosi che rimane a gambe leggermente spalancate.
No! Non è più una bambina perché al corpo ancora adolescenziale si abbina un fare da femmina che sta sempre più venendo fuori: mammelle appena sbocciate ma con capezzoli irti e grinzosi ventre piattissimo da cui si erge un monte di venere di grandi proporzioni che mette in evidenza due carnose labbra appena ricoperte da una leggera peluria biondiccia come i suoi capelli e che ben si addicono alle rosee labbra che intuisco essere umide per la loro lucentezza…
Le confido che mi piacerebbe molto poter guardare mamma nella stessa posizione che lei ha adesso, anche se spiandola da qualche mese l’ho già vista nuda o poco vestita, ma sempre da una certa distanza.
Le chiedo se posso guardare più da vicino e lei alza le braccia come ad invitarmi.
Mi inginocchio tra il divano e la sua gamba destra che è poggiata quasi a terra e che si allarga ancora di più per favorire la mia presenza.
Vedo per la prima volta in primo piano una figa e subito ne apprezzo l’odore che emana perché, come avevo intuito inconsciamente poco prima, le rosee labbra sono in effetti umide, frutto del lungo strusciamento di poco prima.
Le mani di Loretta che mi hanno appena invitato ad avvicinarmi, adesso sono poggiate sulle mie spalle, carezzandole ma impedendomi la fuga e, prima mi accarezzano leggere il collo poi, passando dalla nuca, si intrufolano tra i miei capelli che afferrano e mi costringono ad avvicinare sempre più la bocca a quelle labbra lucide e appena dischiuse.
L’imbarazzo del contatto dura solo qualche istante ma, come guidato da un atavico istinto, la mia bocca subito si apre all’intimo bacio e la mia lingua, inesperta ma non per questo restia alle novità, affonda nel succoso frutto iniziando una dolcissima leccata che fa inarcare il bacino a mia sorella come mai mi sarei aspettato.
La cosa deve piacerle molto dato che le sue mani non permettono alla mia testa di allontanarsi per un tempo che non saprei quantificare.
Ma poco dopo sento i gridolini che diventano sempre più grida soffocate fino a che con una spasmo ultimo si abbandona in quello che penso sia l’orgasmo femminile che le dona quelle scariche di piacere che conosco bene grazie alle mie, ormai, molteplici seghe.
Lasciato libero di muovermi alzo finalmente il viso dal paradiso di mia sorella. Ho le labbra e buona parte del volto bagnato dalle secrezioni di quella virginea pesca e la mia lingua netta fin dove arriva tutto il possibile di quella bontà dolciastra.
Lei è come tramortita dalle sensazioni che ancora sta provando e ha un viso di angelica bellezza con i lineamenti rilassati e il corpo mollemente abbandonato ad un respiro che si fa sempre meno convulso.
Ho l’uccello che mi duole e vorrei potermi sfogare chiedendole di ricambiare, ma la dolcezza e l’abbandono del suo essere mi consigliano, cosa che lei apprezza molto e di cui mi darà futura prova, di non forzare la mano. Mi tengo l’erezione fino a che potrò sfogarmi, come al solito, in camera mia.
Per nostra fortuna questi attimi di quiete ci consentono di avvertire il rumore dell’auto che sta rientrando in garage. La cena tra amici di mamma e papà è terminata prima del solito evidentemente e loro stanno per rientrare a casa.
Così, per non lasciarci scoprire, velocemente ripariamo nelle nostre rispettive camere da letto al piano superiore e decidiamo entrambi che stanotte si va a letto con addosso solo una t-shirt. Ma, all’ultimo momento, Loretta preferisce mettersi sotto il lenzuolo con addosso solo un minuscolo slip che le disegna le chiappe in modo tale da farle sembrare quelle sode di una ventenne in piena forma.
Io invece decido per la maglietta anche se il mio uccello non vuol saperne di ammosciarsi e mi costringe a dare le spalle alla porta per non creare imbarazzo ai miei.
Il sonno non mi prende e, dopo nemmeno quindici minuti, sento i passi di mamma e papà che salgono le scale per andare in camera loro. Avverto il tramestio di loro che si cambiano per la notte e li sento andare in bagno. Sento l’acqua scorrere e dal tempo che passa capisco che la loro non è solo una doccia veloce ma staranno facendo anche altro ed è forte la mia tentazione di andare a vedere se mi è possibile sbirciare.
Non faccio in tempo a decidermi che lo scroscio dell’acqua termina e, passati nemmeno cinque minuti, avverto dei passi in corridoio, felpati ma distinti.
I passi terminano vicino alla porta della mia camera e, nonostante sia girato di spalle, mi accorgo che qualcuno è entrato in stanza. Dal fruscio che sento mi accorgo che è mamma ad essere entrata e che si sta avvicinando al letto.
Vorrei che il battito frenetico del mio cuore non rivelasse il fatto che sto facendo finta di dormire mentre avverto come una carezza lungo tutto il mio corpo, non una carezza fisica ma come se mamma mi stesse accarezzando con lo sguardo.
O la va o la spacca!!! Decido di girarmi come fa uno nel sonno così da mettere in mostra la mia erezione di adolescente in calore che a quell’ora potrebbe essere scambiata solo una pulsione notturna, come ho imparato poi, sollevandomi da responsabilità oggettive.
“Figlio mio!!!”, sento sussurrare appena mi sono girato, “ma quanto sei……ahhhhh!!!
Poi un tonfo sordido come se qualcosa fosse caduto a terra: vengo poi a sapere che mamma alla visione del suo bambino orami cresciuto, ben cresciuto specialmente in un certo punto, si è buttata quasi in ginocchio per meglio ammirare quanto io le avevo messo davanti agli occhi. Al sentire il rumore sordo anche papà accorre e vede mamma che, come ipnotizzata, fissa il mio cazzo mentre ha la mano destra infilata tra le cosce. Li sento bisbigliare compiaciuti ma non riesco ad afferrare le parole esatte. Papà evidentemente aiuta mamma a rialzarsi anche perché i due temono che anche io possa destarmi visto il piccolo trambusto causato poco prima dalla genitrice. Li sento sgattaiolare fuori e poi sento la chiusura della porta della loro camera scattare come a chiudersi dietro le loro spalle.
Certo che sono abbastanza scioccati da quanto appena visto, non riesco a stare a letto e almeno voglio origliare per cercare di carpire qualche rumore sospetto. Mi alzo e senza indossare le ciabatte per non fare rumore mi avvicino all’uscio della camera matrimoniale.
La porta è solo socchiusa e lo scatto che avevo percepito era solo quello dell’accostata. Favorito dal buio del corridoio allargo lo spiraglio solo quanto mi basta per vedere all’interno dove papà è seduto sul letto e mamma, ancora inginocchiata tra le sue gambe, gli sta facendo un pompino che nemmeno nei film porno!
Ma la cosa che mi scombussola è la voce di papà che le dice di continuare a succhiare il bel cazzo di Franchino, così come lui mi chiama ancora in casa.
“Te l’ho detto che sarebbe cresciuto il nostro bambino… succhialo per bene che lo fai felice!!”
Mamma era come se fosse in adorazione del cazzo di papà ma io avevo capito che stava sognando di essere con me.
Ma tra il dire e il fare….
L’uccello mi duole da quanto è duro e soprattutto per il tempo che così è rimasto: ho bisogno di godere e non voglio farlo dietro ad una porta come il più meschino dei segaioli guardoni.
Entro in camera di Loretta che con il solo slip sta dormendo beata e soddisfatta di quanto ricevuto da me solo poco più di un ora fa. Con delicatezza le accarezzo il sedere che l’indumento disegna divinamente e finalmente riesco a destarla quanto basta perché mi afferri il cazzo e riprenda la masturbazione che poco prima le avevo insegnato. Anche se non perfettamente sveglia mugola di soddisfazione nello stringere il mio pisello e anche io in pochi istanti sono al limite. Ho il tempo di prendere dal comodino due fazzoletti di carta che tengo pronti alla bisogna. Dopo nemmeno trenta secondi mi sento travolgere dall’orgasmo e, coperta la cappella con i fazzoletti, li riempio del mio piacere che inumidisce anche a mano di Loretta.
Gliela lascio volutamente bagnata senza detergerla proprio come segno di ringraziamento e contraccambio per tutto l’umore che lei mi ha lasciato sul viso prima in salotto.
(Continua...?)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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